Descrizione
LO SPEDALE DI SANTA MARIA DELLA CROCE E LOSCRITTOIO DI VINCENZO TAMAGNI
Lo Spedale di Santa Maria della Croce fu una delle istituzioni più importanti di Montalcino. Nel corso dei secoli accumulò un patrimonio vastissimo in beni mobili ed immobili, sparsi nel territorio ilcinese. Possedeva poderi, fattorie, frantoi, mulini, vigne ed oliveti. Lo spedale operava principalmente nel campo dell’assistenza sociale e sanitaria. Basti pensare che nel 1583 fondò il Monte Pio, un istituto che, sulla base di un capitale di 12.000 scudi, in cambio di pegno erogava prestiti. Il Monte Pio rimase attivo fino a dopo il 1787. Il controllo e l’amministrazione dei beni dello spedale erano affidati al rettore. Il rettore doveva essere virtuoso e sposato. In genere, proprio la moglie di questo pensava all’educazione delle signorine che venivano affidate all’istituto e alla loro dote. Tra il 1506 ed il 1512 il rettore Andronico di Giovanni da Abbadia San Salvatore commissionò al pittore Vincenzo Tamagni (1492–1537) il ciclo pittorico dello scrittoio. La figura dello scrittore, colui che lavorava appunto nello scrittoio, aveva una grande importanza. Dalla relazione di Bartolomeo Gherardini (1676), durante la visita a Montalcino, apprendiamo che l’ospedale pagava 36 scudi annui più 2 per Natale (la tredicesima!) ad “un soggetto intelligente di scrittura”. Sempre dalle carte, emerge il carattere irrequieto del giovane Tamagni, spendaccione e vivace nella Montalcino del Cinquecento, amante della bella vita e del buon vino. Dai libri di debiti, risulta spesso che Vincenzo deve dare dei soldi per vino vecchio, olio, abiti. Egli però dimostra una grande maturità nelle scelte tematiche dello scrittoio. In fondo Vincenzo Tamagni fu uno degli allievi di Raffaello. Il percorso iconografico dello scrittoio può essere considerato un’allegoria della buona amministrazione. Entrando nella stanza ci troviamo di fronte a personaggi illustri e biblici, una Madonna col bambino tra i santi Girolamo e Gregorio, due nature morte ed alcuni stipi con libri, penne, calamai ecc. Si tratta di uno schema pittorico molto diffuso nell’arte senese dell’epoca. Gli uomini illustri sono Aristotele, Cicerone, Scipione e Platone, due filosofi, un pensatore ed un grande condottiero. Incontriamo poi Lucrezia, simbolo di castità, e Giuditta, eroina dell’Antico Testamento; nella parete opposta sono raffigurati Davide e Giosuè, mentre in quella della finestra troviamo una scena identificata di recente come Il Giudizio di Salomone.
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